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L’importanza dei dati personali

I dati personali sono preziosi e vanno protetti adeguatamente

È vero che se Facebook e Google sanno della nostra vita privata e dei siti che visitiamo non è un problema, perché se non abbiamo nulla da nascondere, non abbiamo nulla da temere? Al giorno d’oggi ancora molti sono convinti che le cose stanno così, sottovalutano l’importanza dei dati personali e ignorano i rischi derivanti dal libero accesso a essi.

“Affermare che non si è interessati al diritto alla privacy perché non si ha nulla da nascondere è come dire che non si è interessati alla libertà di parola perché non si ha nulla da dire”.

Questa è una frase di Edward Snowden, l’ex informatico della CIA che nel 2013 ha condiviso con la stampa documenti dei servizi segreti degli Stati Uniti. Ha rivelato come i governi monitorassero i nostri dati personali, tra cui le nostre telefonate, la nostra posta elettronica e molto altro ancora.

COSA SONO I DATI PERSONALI

Si definiscono dati personali tutte le informazioni che sono riconducibili a una persona fisica. Devono consentire la sua identificazione diretta (ad esempio nome e cognome) o indiretta, in quanto consentono di ricostruire la sua fisicità, la sua psiche, la sua genetica, le sue abitudini e così via.

Nel vivere di tutti i giorni, capita spesso che ci vengano chiesti dati personali. In particolar modo questo accade durante la navigazione in internet, dove ogni nostra azione viene osservata, interpretata, catalogata e archiviata.

Sarà capitato a tutti di fare una ricerca sul motore di Google e poi, per un po’ di tempo, trovare in ogni sito visitato annunci di articoli pertinenti con la ricerca appena effettuata. Questa raccolta dati può essere estesa ad ogni sfera del nostro interesse: sport, natura, religione, intimità, etc.. Ciascuna di queste informazioni contribuisce a creare un quadro che ci rappresenta.

LA PROFILAZIONE

Già da diversi anni colossi come Facebook e Google compiono vaste attività di profilazione rielaborando dati raccolti dalle azioni che noi tutti compiamo sul Web. Con sofisticati algoritmi, sono ormai in grado di prevedere, con un’alta probabilità di successo, quali saranno i nostri comportamenti futuri.

Avere la capacità di prevedere le reazioni delle persone equivale, di fatto, ad avere tra le mani uno strumento potentissimo.

Questo strumento, se utilizzato per scopi meramente commerciali, potrebbe essere considerato non particolarmente pericoloso o addirittura utile. Proviamo però a immaginare un suo impiego per altri fini, ad esempio in campo politico-elettorale.

Avere l’accesso ai dati personali degli elettori fornisce, in termini di capacità di indirizzare i consensi, un vantaggio enorme. Diffondendo messaggi mirati e targetizzati (ad esempio in base al patrimonio, orientamento politico, propensione al voto, ecc.) la capacità di influenzare il voto aumenta considerevolmente.

UN ESEMPIO GRAVE DELLA STORIA

L’esempio appena fatto rientra nella sfera del condizionamento e della manipolazione. Ora passiamo invece a scenari in cui i nostri dati potrebbero ritorcersi pesantemente contro di noi se finissero nelle mani sbagliate.

Attingiamo dalla storia. Negli anni trenta il governo olandese istituì un registro anagrafico in cui furono riportati i dati identificativi di tutti i cittadini (nome, numero di identificazione, residenza, ecc.) e altre informazioni sulle loro identità economica, culturale o sociale come, ad esempio, le confessioni religiose. Vista come una facilitazione all’erogazione dei servizi da parte dell’amministrazione pubblica, la popolazione accolse con favore questa iniziativa.

Ma quando i Paesi Bassi furono invasi dai tedeschi, quel registro aiutò i nazisti nell’identificare, perseguitare e assassinare molte persone per via della loro religione o etnia. Quell’accurata profilazione sociale, nata con uno scopo utile e  apparentemente innocuo, si era ritorta contro gli stessi cittadini che l’avevano accolta in un modo che nessuno si sarebbe mai immaginato.

L’esempio riportato – estremo e si spera unico – fa capire che proteggere i propri dati personali significa proteggere il diritto fondamentale alla propria sicurezza.

LA NORMATIVA SULLA PRIVACY

Negli anni i legislatori degli stati membri dell’Unione Europea si sono attrezzati per creare strumenti in grado di tutelare i cittadini. Nel 2016 è nato il GDPR, noto anche come regolamento europeo per la protezione dei dati o regolamento europeo per la privacy.

Al suo interno sono descritte le misure da adottare per far sì che i dati personali, con speciale riguardo ai dati sensibili – detti anche dati particolari – possano circolare ed essere utilizzati garantendo contemporaneamente agli utenti una sufficiente tutela della privacy.

Il concetto centrale attorno al quale ruota l’intera normativa è l’accountability – ovvero la responsabilizzazione – di chi deve accedere ai dati di un cittadino. Ciò richiede che chi necessita di fare un trattamento dati sia pienamente consapevole del fatto che:

  • tali dati gli sono concessi in uso per un tempo limitato;
  • ciò comporta delle responsabilità e potenzialmente dei rischi per i diritti e le libertà della persona cui i dati si riferiscono;
  • che prima di accedere a tali dati deve aver valutato l’entità dei rischi per l’utente e scelto le misure idonee a limitarli;
  • che deve essere trasparente nei confronti della persona che gli ha affidato le proprie informazioni.

LA CONSAPEVOLEZZA DELL’UTENTE PRIVATO

Al giorno d’oggi la “vita digitale” è strettamente intrecciata con quella reale tanto da portare ad effetti tangibili anche sulla persona fisica. Ne consegue che l’identità digitale va protetta esattamente come si fa con la persona reale, adottando strumenti e comportamenti idonei allo scopo.

Ciò comporta che l’utente privato sia il primo soggetto interessato alla tutela della privacy.

  • È importante che quando gli vengono richiesti dai dati consulti l’informativa che per altro deve essergli preventivamente messa a disposizione.
  • È importante che, se è richiesto il suo consenso al trattamento dei dati personali, lo fornisca in modo consapevole.
  • È importante che conosca i propri diritti e se necessario li eserciti, anche rivolgendosi direttamente all’autorità garante per la protezione dei dati personali.

CONCLUSIONI

Solo prendendo coscienza di tutto ciò arriveremo preparati a un futuro difficile da prevedere, ma nel quale i dati personali avranno certamente un ruolo centrale.

Con il progetto PersonalDOX vogliamo dare il nostro contributo, sensibilizzare verso l’importanza dei dati personali e fornire strumenti utili per avere maggiore controllo sull’accesso alle proprie informazioni.

 👉 Se vuoi saperne di più visita la pagina di PersonalDOX

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